lunedì 16 luglio 2012

IL CONTAINER


Il  CONTAINER

Storia, evoluzione ed impieghi del contenitore da trasporto per merci intorno a
cui ruota l’intero mondo della logistica moderna e del trasporto intermodale

di  Luca Valerio BERARDOCCO
TRENITALIA – Divisione Passeggeri Regionale  

INTRODUZIONE
      A cominciare dai primi anni ‘60 dello scorso secolo , il bisogno di razionalizzare tutta la catena logistica [1] riguardante il trasporto delle merci , soprattutto sulle rotte intercontinentali, ha fornito un impulso notevole per lo sviluppo del container [2] . La comodità di tale mezzo, in cui poter caricare qualunque tipo di merce senza doverla più movimentare singolarmente sino a destinazione , usufruendo di più vettori per il trasporto , si rese subito evidente al punto che intorno ad esso si è sviluppato tutto il sistema del trasporto intermodale/combinato [3] . Con questo articolo l’autore intende divulgare la storia e l’evoluzione del contenitore per merci che rappresenta una rivoluzione nel mondo dei trasporti , in particolar modo , marittimi e ferroviari .
STORIA
      Nel 1917 , negli U.S.A. , il varo della legge Jones-Shafroth [4] estese ai cittadini portoricani la nazionalità statunitense , in seguito a ciò tra il piccolo stato associato e gli Stati Uniti si creò una fitta rete di scambio di merci . Intorno ai primi anni ‘20 l’incremento di trasporti verso Portorico cominciò a far nascere , tra gli spedizionieri impegnati all’epoca , l’idea di un veicolo/contenitore multiuso da utilizzare nei loro traffici ; la prima intuizione di questo progetto si fa risalire all’imprenditore americano Malcom Mclean [5] , nel 1937 , quando cominciò ad esercitare , con la sua flotta di navi mercantili , dapprima il trasporto delle merci in contenitori di legno e metallo , di sua progettazione , sigillati dal mittente e mantenuti chiusi fino al destinatario ed in seguito nei Trailerships [6] , diventando allo stesso tempo l’ideatore degli attuali servizi Roll-On/Roll-Off  [7]
Tuttavia bisognerà aspettare fino al 1956 , quando , traendo ispirazione dall’osservazione di una pallet carica in attesa di essere trasportata a bordo di una sua nave, progetta e fa costruire il primo container metallico per merci  ; affermatasi ormai , oltreoceano , la validità e la praticità di questo mezzo , si giunge al 1967 , anno in cui entra in servizio il container  I.S.O. [8] . Ulteriori progetti preliminari per la realizzazione di un contenitore per merci da trasporto intermodale si ebbero anche in Italia , dapprima nel 1928 su idea dell’Ing. Crespi ed in seguito con la realizzazione dei prototipi OMI Reggiane del 1930-1931 ; entrambi però non subirono ulteriori sviluppi .    

REALIZZAZIONE E CARATTERISTICHE TECNICHE
      I primi containers ad essere utilizzati erano costruiti di legno con rinforzi laterali in ferro , il loro peso a vuoto era di circa quattro tonnellate , inoltre il carico utile che erano in grado di trasportare era a malapena superiore al doppio della tara , pertanto il loro utilizzo risultò antieconomico .
Tuttavia , grazie ai progressi raggiunti nella tecnica di costruzione , durante gli anni ’50 , sfruttando l’impiego di materiale più leggero ma molto più resistente , fu possibile costruire contenitori in grado di trasportare al proprio interno merci di peso dieci volte superiore al loro .
Fu a questo punto che si decise di standardizzarne le caratteristiche tecniche su scala mondiale ; già nel 1961 l’ ASA [9] decise di adottare un modulo base da 20 x 8 x 8,6 piedi  ( 6,1 m x  2,44 m x  2,55 m ) a cui , nel 1965 , si uniformò anche l’ISO   . 
Il classico container da 20 piedi ha una tara di 2,3 tonnellate ed una capacità di 33 mcubi che permette di trasportare al suo interno fino a 21,7 tonnellate di merce , con un peso lordo totale di   24 tonnellate , questo valore , però , può  variare in difetto poiché dipende dal codice stradale delle singole nazioni in cui transita il mezzo ruotato ; bisogna ricordare che in Italia , fino alla fine degli anni ’70 , non si poté sfruttare al meglio l’utilizzo a pieno carico del container proprio a causa  delle allora vigenti norme sui pesi e dimensioni dei veicoli per il trasporto stradale delle merci , generando così , sin dall’inizio , un divario rispetto agli altri stati del Nord Europa .
La successiva versione standard del container è quella da 40 piedi  ( 12,2 m) , rimanendo invariate l’altezza e la lunghezza ; questa volta a fronte di una tara di 4 tonnellate è possibile trasportarne 26 di merce in 68 mcubi di spazio .
In funzione di tali misure standardizzate   per esprimere la capacità di carico di una nave porta container , in luogo delle tonnellate , si è creata una apposita unità di misura , il T.E.U. [10]  , acronimo di Unità Equivalente da Venti piedi , ossia il numero massimo di containers da 20 piedi carichi trasportabile senza eccedere il valore massimo di dislocamento della nave stessa.
Per la costruzione dei moderni containers si è passati dall’utilizzo del legno all’utilizzo di lamiere d’acciaio speciale tipo Corten elettrosaldate tra loro formando , appunto ,una struttura scatolare . La struttura portante è costituita da longheroni e montanti da 5/6mm di spessore e le pareti da lamiera grecata con spessore di 2mm ; la porta d’estremità è a doppio battente con chiusura  realizzata ad asta singola o doppia per ogni battente , inoltre è presente una guarnizione in gomma lungo tutto il perimetro della porta in modo da garantire un buon isolamento della merce da qualsiasi agente atmosferico o dagli spruzzi d’acqua salata . Il pavimento interno è realizzato da tavole di compensato marino , molto resistente , trattato e rivettato alle traverse metalliche della struttura ; ovviamente tutti i containers vengono pitturati utilizzando vernici marine , per ottenere il massimo della protezione per le lamiere . L’areazione all’interno di essi viene garantita tramite delle bocchette infragreca .
L’accessorio che si è rivelato parte integrante dello stesso ed elemento  risolutivo , che ha contribuito all’adozione e diffusione  del container, è stato il “blocco d’angolo” , progettato ed istallato per il fissaggio e la movimentazione del contenitore ; si tratta di un robusto dispositivo applicato agli otto angoli terminali del container che ne permettono lo spostamento con facilità  a mezzo di carroponte , gru e straddle carrier [11] senza danneggiare o deformare la struttura;
inoltre i blocchi d’angolo permettono il fissaggio del contenitore oltre che ai piani di carico delle navi a quello dei carri ferroviari e a quello dei veicoli stradali non ultimo ne permettono l’incolonnamento in pile da quattro o cinque container carichi sovrapposti , razionalizzando e riducendo di molto lo spazio occupato sulle banchine dei porti o negli interporti .
VARIANTI
      Oltre agli ordinari containers su descritti esistono numerose altre varianti con le stesse dimensioni , tranne quella definita “ High Cube” ( alto cubo ) (Fig.1c), nient’altro che un contenitore da 40 piedi con la larghezza standard ma l’altezza aumentata a 9,6 piedi (2,9 m) , con un volume totale di 76,2 m/cubi . La portata di questi containers è rimasta invariata rispetto a quelli da 40 piedi normali , la maggiorazione dell’ altezza si è resa necessaria solo per permettere il trasporto di carichi più voluminosi ma sostanzialmente leggeri .
Altre varianti del container standard da 20 piedi sono due versioni ridotte , da 8 piedi (2,2 m) e 10 piedi ( 2,8 m) ; oppure , mantenendo invariate le dimensioni esistono versioni a cielo aperto ,
termicamente isolati , pianali con o senza pareti laterali e di fondo , containers refrigerati  dotati di impianto frigorifero al loro interno , containers dotati di caldaie per impianti termovalorizzatori , containers con gruppo elettrogeno muniti di appositi setti antirumore,
cisterne container con pareti rettangolari per trasporto di prodotti chimici , liquidi o polverulenti , container scarrabili normalmente usati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e industriali , containers scarrabili tipo ACTS , dotati di piccole ruote poggianti su una slitta che ne permette la rotazione e la traslazione da un veicolo stradale ad uno ferroviario o viceversa senza l’utilizzo di alcun mezzo per la movimentazione.
Anche per quanto riguarda il trasporto aereo si è deciso di passare dalla pallettizzazione [12] delle merci  alla containerizzazione adottando degli appositi contenitori che permettono di adattare meglio il carico nella stiva dell’aereo ottimizzandone lo spazio ed il fissaggio . Questi contenitori all’inizio venivano realizzati in lega metallica leggera , in seguito si è passati ad utilizzare anche il vetroresina ed altri materiali compositi .(Fig. 3a)
Un altro utilizzo , peraltro molto pratico , è il container abitativo (Fig. 3b), all’interno del quale si è riusciti a ricavare un modulo abitativo mantenendo invariate le dimensioni di un contenitore da 40 piedi . Essi vengono utilizzati principalmente in seguito a calamità naturali , per alloggiare gli sfollati , oppure come uffici tecnici dislocati presso cantieri di lavoro o siti produttivi. In seguito a queste applicazioni , negli ultimi anni , all’interno dei container vengono allestiti degli ospedali da campo dotati di ogni macchinario medico , compresa la sala operatoria . Questa applicazione “domestica” del contenitore  è nata in seguito alla velocità e alla praticità del trasporto , della movimentazione e della facilità nel posizionamento , necessitando di ridotte opere infrastrutturali ; possiamo citare come esempio i villaggi di container sorti in Umbria  in seguito al terremoto del 1997, per dare alloggio alle famiglie le cui abitazioni non erano più agibili o diroccate.
 La variante di utilizzo più recente è la “flexitank”  ( cisterna flessibile ) , ossia una vescica di   nylon / poliuretano   con capacità variabile da 21.000 a 25.000 litri contenuta all’interno di un normale container box da 20 piedi ; queste vesciche vengono utilizzate per il trasporto di particolari sostanze dopo il quale non possono essere più utilizzate , solo in questi ultimi anni  si sono rese disponibili particolari vesciche riutilizzabili .
Nel caso specifico del trasporto combinato strada – rotaia , la ricerca della massima capacità di carico senza rinunciare all’utilizzo dei pallet da 120 cm x 80 cm , ha fatto nascere una soluzione ibrida denominata Cassa Mobile,
dotata di blocchi d’angolo ai quattro angoli inferiori e di zampe retrattili. La limitazione di non poter affiancare , all’interno di un container standard , due pallet , portò alla nascita della cassa mobile che , pur mantenendo invariate le dimensioni ISO esterne , essendo munita di pareti più sottili può svolgere tale trasporto ; ovviamente le è precluso l’incolonnamento in pile ed il trasporto su navi seguendo le procedure adottate per il container .
Tuttavia , tra le molteplici varianti di questo mezzo di trasporto rivoluzionario , proprio gli Stati Uniti , che sono stati i pionieri  in questo campo e per primi ne hanno voluto la standardizzazione ,paradossalmente , per il trasporto delle loro merci  hanno scelto di non adottare il modulo standard ASA / ISO ma il modulo da 53 x 8,6 x 9,6 piedi ( 16,16 m x 2,55 m x 2,9 m ) con una capacità di 108 mcubi e un peso massimo di 60 tonnellate .
In realtà le industrie di trasporto americane da diversi anni continuano a fare pressioni affinché vengano utilizzate le misure standard , ma i massicci reinvestimenti che tale modifica comporterebbe  , fino ad ora , hanno fatto si che le dimensioni dei contenitori americani restassero invariate con l’aggiunta , però , dei blocchi d’angolo , oltre che sugli angoli d’estremità , anche in corrispondenza delle misure universali , in modo da garantire la compatibilità per le operazioni di movimentazione e trasporto.

MOVIMENTAZIONE E TRASPORTO
      L’adozione del container come mezzo di trasporto intermodale e la conseguente diffusione mondiale ha portato alla progettazione e alla costruzione di tutta una serie di macchine operatrici dedicate esclusivamente alla movimentazione  di questi contenitori .
La più evoluta di queste macchine è lo Straddle Carrier  ( accatastatore a portale )  , di cui esistono diverse varianti ma quelle maggiormente utilizzate sono  la versione a guida vincolata su rotaie e quella a guida libera su gomme . 
La prima versione la si può notare sui bordi delle banchine dei porti o all’interno di grandi scali intermodali dove svolgono il proprio compito trasbordando i contenitori da una grande nave transoceanica ad una più piccola per la terminalizzazione del carico , il così detto “ transhipment” [13] ,  oppure da una nave ad un carro ferroviario o ad un camion ; la seconda versione invece viene principalmente utilizzata per movimentare ed accatastare i container sulle banchine asservendo le linee di carico per le grandi gru a portale citate precedentemente o per caricarli sui mezzi stradali o ferroviari anche sé  questa ultima  funzione risulta piuttosto scomoda in quanto la versione gommata ha bisogno di avere una totale libertà di spazio intorno ai quattro lati del container. 
L’aggancio , lo spostamento e lo sgancio dei contenitori viene effettuato per mezzo di una macchina idraulica chiamata  Spreader [14].
I primi esemplari di Straddle Carrier videro la luce negli anni ’60 in germania ma in seguito vennero notevolmente migliorati tecnologicamente in Nuova Zelanda e in Svezia.
Il mezzo d’opera  maggiormente diffuso negli scali intermodali è il Reach Stacker ( accatastatore allungabile),
una gru gommata dotata di braccio allungabile alla cui estremità si trova uno Spreader per l’aggancio ed il sollevamento del contenitore , questo mezzo è di gran lunga il più pratico e veloce per la movimentazione ed il trasbordo dei contenitori da un mezzo ferroviario ad uno gommato e viceversa  , ancor di più quando lo spazio a disposizione negli scali è ridotto o praticamente inesistente ; da questo mezzo derivano anche i Fork Lifters ( sollevatori a forche) , ossia dei carrelli elevatori allestiti generalmente sullo stesso tipo di telaio capaci di movimentare i contenitori tramite due forche retrattili e regolabili in ampiezza  che vengono infilate nelle apposite feritoie , se presenti , ricavate nel telaio inferiore del container .
Per quanto riguarda il trasporto dei contenitori i mezzi a disposizione sono molteplici e possono essere anche utilizzati tutti  dall’inizio del viaggio presso la ditta mittente fino alla consegna al destinatario [ 15] . Il mezzi di trasporto più capienti ed utilizzati per i trasporti transcontinentali attualmente sono le grandi navi portacontainer, 
sviluppate alla fine degli anni ’60 e meglio conosciute come “Post Panama” in quanto le dimensioni non furono più vincolate alla larghezza del Canale di Panama , che permette il transito di navi la cui larghezza non superi i 32,3 metri . Queste navi sono arrivate ad avere un dislocamento di quasi 60.000 tonnellate con una portata netta di circa 5000 T.E.U. e possono raggiungere una velocità di crociera di 22 nodi , garantendo così dei  tempi di percorrenza abbastanza ristretti . Si è calcolato , tra l’altro , che queste dimensioni non possano essere aumentate , come ad esempio le super petroliere da 500.000 tonnellate , poiché il maggior consumo di carburante e l’allungamento dei tempi di percorrenza non verrebbero più compensati da alcun tipo di economia di scala , nonostante ciò , la compagnia di navigazione Maersk recentemente ha immesso in servizio sei navi con una capacità di trasporto di 11000 T.E.U. . Tuttavia esistono anche altri tipi di navi , molto più piccole, che riescono a trasportare sia i container che merci alla rinfusa  oppure  quelle Roll-On/Roll-Off , che permettono d’imbarcare i containers o le casse mobili ancorate ad un semirimorchio stradale.
Gli altri mezzi di trasporto per i container sono rappresentati dalla vasta gamma di veicoli gommati ( rimorchi , semirimorchi e telai delle motrici ) i cui telai sono muniti degli appositi perni di appoggio e blocco , regolabili a seconda della misura del container da trasportare , oppure dalle numerose serie di carri ferroviari dedicate esclusivamente al trasporto combinato.
In tutto il mondo esistono tantissime imprese ferroviarie il cui unico Business è rappresentato unicamente dal trasporto combinato oppure dal solo Leasing [16]  del proprio parco veicoli ad altre imprese ferroviarie operanti in questo importantissimo ramo della logistica .
I carri maggiormente utilizzati per il trasporto di contenitori sono i pianali a carrelli serie Sgs o Sggmrs articolato con una superficie utile per il trasporto di container  rispettivamente di 60 piedi e 90 piedi ed una velocità massima di 100 Km/h , oppure i carri pianali articolati  serie Saggmss da 90 piedi e serie Saaggmss da 106 piedi ed una velocità massima di 120 Km/h .
Ulteriori tipi di carri  per il trasporto ibrido sia di contenitori che di altre merci sono i carri pianali serie Rgs o Rgmms,
muniti sia di perni di aggancio a scomparsa nel pavimento che di stanti laterali brandeggiabili oppure i carri pianali a due assi serie  Kgps ,  tutti in grado di viaggiare a 100 Km/h . Infine esistono dei carri speciali , serie Sdkkmss  soprannominati “ Canguro” o Poche,
dotati di apposita ralla di ancoraggio e di una tasca centrale in cui trovano alloggio le ruote di un semirimorchio caricato con il proprio container o cassa mobile , oppure , sul proprio telaio si trovano gli appositi perni regolabili su cui è possibile fissare delle casse mobili o dei container fino alla misura standard di 40 piedi , inoltre su di essi è possibile trasportare anche i contenitori High Cube
e possono viaggiare alla velocità di 120 Km/h  come i carri doppi speciali tipo Saadss , con le stesse caratteristiche ma con il piano di carico interamente ribassato , a soli 41 cm dal piano del ferro  . 
 
Ovviamente per tutte queste operazioni di trasporto , soprattutto quando si tratta di trasporti intercontinentali , allo smistamento dei singoli contenitori sovrintende un  calcolatore elettronico che , dopo la registrazione , li sistema  nella stiva della nave , o in coperta , posizionandoli in funzione del porto di destinazione e dell’assetto che andrà ad assumere la nave . Terminate le operazioni di carico  , secondo la sequenza prevista dal computer ed eseguita dagli operatori delle gru a cui la stessa viene visualizzata su un apposito terminale presente nelle cabine di guida , il piano di carico viene visualizzato sotto forma di una mappa tridimensionale e viene trasmesso al successivo scalo della nave , dove un altro calcolatore elettronico provvederà alle operazioni di scarico esattamente nella sequenza inversa . Una copia della mappa di carico è sempre presente a bordo della nave e va a completare la documentazione che costituisce il  manifesto di carico .
Il computer che gestisce le operazioni di carico interagisce anche con l’armatore della nave , con il proprietario del container , per il conteggio delle rispettive competenze  ed infine con la dogana del porto di arrivo ; una funzione aggiuntiva  realizzata dal computer , implementata  a servizio del proprietario della merce trasportata nel contenitore , è quella della tracciabilità  , che consente di sapere in ogni istante dove si trova la merce e poter così ottimizzare ogni operazione di trasporto .
In questi ultimi anni i sistemi di tracciabilità  , per le merci che viaggiano nei containers , si stanno sempre più evolvendo ; attualmente è in avanzata fase di applicazione la tecnologia d’identificazione a radio frequenza RFID [17] , basata principalmente sull’impiego di dispositivi contenenti tutte le informazioni riguardanti le merci , TAG ,  fisicamente accoppiati al container che dialogano con il sistema di lettura e scrittura , Terminale RFID . In tal modo , ogni qual volta un container munito di TAG transita in prossimità di un terminale RFID , quest’ultimo interagisce con i sistemi di gestione mettendo in collegamento tutte le informazioni riguardanti la merce trasportata con le logiche gestionali del processo logistico ottimizzandolo in funzione di esse.
Questa tecnologia è molto simile a quella in sperimentazione in alcuni aeroporti per i sistemi che gestiscono il processo di handling [18] dei bagagli .

 CONCLUSIONI
      In conclusione , l’autore con questo articolo , attraverso un  excursus storico , ha voluto riassumere ed illustrare  tutte le condizioni e le varie fasi che hanno portato alla nascita del classico container moderno , nato inizialmente per semplificare e velocizzare le operazioni di spedizione delle merci di pochi spedizionieri d’oltreoceano e giunto ad un livello d’importanza  tale che attualmente , intorno al mondo , la sua utilizzazione  ha raggiunto quasi il 90%  del trasporto totale di merci con un impiego annuo medio di 200 milioni di T.E.U. .


 GLOSSARIO
[1]   Logistica : L’insieme delle attività organizzative , gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi di
                          materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti
                          finiti ai clienti e al servizio post-vendita .
[2]   Container : Contenitore scatolare dalle dimensioni standard , utilizzato per la spedizione delle merci usufruendo
                         di molteplici modalità di trasporto .
[3]   Trasporto Intermodale/Combinato : Modalità di trasporto delle merci utilizzando più vettori diversi tra loro :
                                                                  Nave/Treno/Camion per Intermodale e Treno/Camion per Combinato
[4]   Legge Jones-Shafroth : Decreto legge promulgato il 12 marzo 1917 con il quale lo stato di Portorico veniva
                                            riconosciuto come stato associato agli U.S.A. e ai propri cittadini veniva concessa la
                                            cittadinanza statunitense e uguaglianza di diritti .
[5]   Malcom McLean : Spedizioniere che per primo ebbe l’intuizione e realizzò una prima versione di container
                                      da utilizzare per i trasporti effettuati dalla propria flotta di navi ; fu il fondatore della compagnia
                                      di trasporto “ SEA LAND” .
[6]   Trailerships : Particolari rimorchi che venivano imbarcati sulle navi senza movimentare la merce da essi
                              trasportata .
[7]   Roll/on – Roll/off  : Trasporto di semirimorchi stradali carichi di merci per mezzo di Navi Traghetto attrezzate .
[8]   I.S.O.   : International Standards Organisation  , ente internazionale per la standardizzazione delle misure .
[9]   A.S.A. :  American Standards Association  , ente Americano per la standardizzazione delle misure .
[10] T.E.U. : Twenty foots Equivalent Unit , Unità di carico Equivalente daVenti piedi ossia il classico container base .
[11] Stradlle Carrier : Accatastatore a portale , macchina operatrice impiegata nei porti o negli scali intermodali per la
                                   movimentazione  e per il carico/scarico dei containers .
[12] Pallettizzazione : spedizione di merci previa sistemazione delle stesse su appositi bancali di legno tramite i
                                    quali è possibile movimentarle e caricarle/scaricarle dai mezzi di trasporto utilizzati . Le misure
                                    dei bancali sono variabili : 800mm X 1200 mm in Europa , 1000mm X 1200 negli U.S.A. e
                                    1100mm X 1100mm in Asia .
[13] Transhipment :  Insieme delle operazioni di trasbordo dei containers , da una nave , che ha effettuato la traversata
                                  oceanica , ad un’altra più piccola , che si occupa del trasporto presso le singole destinazioni .
[14] Spreader : Apparecchiatura oleodinamica che , montata su delle gru a portale o su dei carrelli elevatori , permette
                         l’aggancio e lo sgancio dei containers  e la loro movimentazione .
[15] Tecnica di accettazione , trasporto e riconsegna delle merci meglio conosciuta come Door to Door ( porta a porta) .
[16] Leasing :  il noleggio dei singoli mezzi di trasporto per le merci  , pratica molto diffusa tra le imprese di trasporto
                         ferroviario attuata per contenere le spese di gestione e manutenzione di un parco rotabili e di un parco
                         trazione , mirata per un contenimento delle tariffe di spedizione delle merci .
[17] RFID :  Radio Frequency Identification  ossia una tecnologia innovativa di acquisizione dati e identificazione
                     automatica tramite l’utilizzo di onde elettromagnetiche .
[18] Handling : Movimentazione e smistamento manuale di bagagli o di merci da inoltrare ai vettori di trasporto .
                                    
                                            
BIBLIOGRAFIA

[1]  Marc Levinson  “The Box : How the shipping container made the wiorld smaller and the world economy bigger
       Princeton University Press  2006 .
[2]  Hans Jurgen Witthoft  “Container : Eine kiste macht revolution”  Koehler  2004 .
[3]  Marcus  Bratke  “Lehrkmmentar logistikrecht”  Wiku – Verlag .
[4]  Manuale di Diritto di Trasporto Internazionale .
[5]  “I NOSTRI CARRI PER LE VOSTRE MERCI” , Ferrovie dello Stato  . 1982
[6]  “IL CONTAINER”  ,  Interconair   ottobre 1969  .